Il 19 Settembre 1931 il vecio Gottardo Guigard, reduce dalla Grande Guerra, presiedeva, in un locale del Municipio, la prima riunione di fondazione del gruppo alpini di Giussano.
Gruppo al quale aderirono numerosi soci perché tutti i reduci della zona si affrettarono ad iscriversi al nuovo sodalizio, a capo del quale fu eletto lo stesso Guigard.
Durante i primi anni, il gruppo fu anche sottosezione di Milano (un vecchio gagliardetto lo testimonia) e guidato con molta passione e grande spirito alpino dal suo capogruppo, che aveva combattuto nel battaglione “Monte Clapier”, prosperò rapidamente, partecipando assiduamente alla vita dell’associazione, ai primi raduni dei reduci, alle prime Adunate nazionali, ai pellegrinaggi ai sacrari di guerra dove riposavano migliaia di caduti.
Nel 1940 l’avvento della seconda Guerra Mondiale paralizzò l’attività dell’associazione e di riflesso quella delle sezioni e dei gruppi. Per cinque anni ininterrotti il cannone tuonò in tutta Europa ed in altre parti del mondo.
Nel 1946 dopo l’immane tragedia, anche il gruppo di Giussano ricominciò a camminare con l’instancabile capogruppo Guigard.
Altri ex combattenti, questa volta reduci da fronti lontani: Africa, Grecia, Russia, vennero ad ingrossare le fila del gruppo. Tutti sentirono l’esigenza di avere una sede propria e consona alla vita associativa.
Così, dopo il 1950, su un terreno donato da un capitano degli alpini, s’iniziò la costruzione della prima baita, in via Alberto da Giussano. Fu inaugurata nel settembre del 1953, con una grande festa alpina.
La vita del gruppo continuò a svilupparsi ulteriormente. La nuova sede (una delle prime in Brianza), attirò alpini da tutta la provincia e numerose e famose furono le manifestazioni e gli incontri di reduci che per oltre un decennio si svolsero in baita.
Nel 1966 il vecio Guigard scoprì la baita in Val Grosina che ci venne data in affitto l’anno successivo, dalla guardia di finanza. Da allora e fino ai nostri giorni, fu un susseguirsi di gite, soggiorni e scampagnate indimenticabili in questo bellissimo posto della Valtellina.
Nel settembre 1971 il gruppo celebrò con grande festa il 40º di fondazione. Una fiaccola partita dal Sacrario del Tonale fino a Giussano e portata dai giovani alpini, volle ricordare i caduti di tutte le guerre: il vecio Guigard portò la fiaccola nell’abitato di Edolo, dove aveva trascorso parecchi mesi della sua naia di guerra.
La vita del gruppo continuò con la sua attività e con la sistemazione della baita in Val Grosina, dismessa nel frattempo dalla Guardia di Finanza e passata in carico al demanio.
La tragedia del terremoto in Friuli, nel 1976, vide alcuni soci partecipare con entusiasmo alla “Colonna Giussano” che per 15 giorni operò a Casasola di Majano, con autocarri e pale meccaniche per lo sgombero delle macerie.
Ad oltre ottanta anni compiuti, il vecio Guigard, dopo una vita dedicata con rara passione agli alpini ed all’associazione, lasciava dopo 50 anni la carica di capogruppo, ma non perse la sua grinta e la sua alpinità, era sempre presente e sempre pronto per cantare e partecipare alla vita del gruppo.
Lo sostituiva nella carica di capogruppo il socio Gino Casarin, combattente della seconda Guerra Mondiale.
Nel 1981 si celebrò solennemente il 50º anno di vita del gruppo. In questa occasione i giovani partirono con la fiaccola dalla cima dell’Ortigara, monte sacro agli alpini ed attraversarono le valli che avevano visto migliaia di giovani partire per le guerre. Il vecio Guigard non mancò neppure questa volta. Volle essere presente. Dormì in una machina al piazzale Lozze ed il giorno seguente portò per un tratto di strada con grande emozione la fiaccola dei caduti.
Nel frattempo alla carica di capogruppo era stato eletto Francesco Sella. In questi anni nacque il coro A.N.A. e si mise mano a una ristrutturazione generale della baita in Val Grosina.
Nel 1983 con grande rammarico, il gruppo, non essendo proprietario della sede, (tutto era intestato ad una cooperativa ormai adibita a ristorante) dovette lasciare la vecchia baita e trasferirsi al bar Impero, ospitato dal socio Gino Casarin. I giovani sempre più numerosi davano in questi anni un nuovo impulso alle attività del gruppo, curando in modo particolare la solidarietà. Fiorirono decine di iniziative e manifestazioni che spaziavano in ogni campo, per dare una mano ovunque ve ne fosse bisogno.
Nel febbraio del 1984, dopo una breve malattia, Gottardo Guigard salì al paradiso di Cantore a raggiungere i suoi compagni caduti nella grande guerra. Al cimitero, il silenzio fuori ordinanza, salutò il vecio che se ne andava per sempre.
Lo stesso anno, Giacomo Folcio veniva eletto capogruppo.
Nel 1987 durante l’alluvione in Valtellina, dodici alpini giussanesi lavorarono per quindici giorni portando attrezzature ed aiuti alle famiglie disastrate. In questa occasione nacque il primo nucleo di volontari della Protezione Civile, che poi avrebbe validamente operato in Piemonte, in Versilia e in Umbria.
In questi anni di intensa attività, si avvertì sempre più tra i soci l’esigenza di avere una sede definitiva, propria ed indipendente, così da svolgere al meglio la vita di gruppo.
A questo proposito si studiò un progetto dopo aver chiesto all’amministrazione comunale un appezzamento di terreno in diritto si superficie.
Così nel 1990, dopo la risposta affermativa da parte del Comune, sul progetto del geometra Enrico Galbiati, amico degli alpini, si inizio la costruzione della nuova baita, questa volta intestata al “gruppo alpini Giussano”. Per tre lunghi anni lavorando di sera, di sabato e di domenica, gli alpini giussanesi non risparmiarono fatiche, rinunce e sacrifici pur di portare a termine i lavori. Atri soci con pazienza certosina, provvedevano alla raccolta di rottame per finanziare l’opera. Tre anni senza una domenica libera, tre anni sotto l’acqua ed il sole e finalmente a luglio del ’93, in una bella giornata di sole e di festa, si inaugurò la baita degli alpini. La grande avventura si era compiuta.
Il grande sforzo di questi anni non rallentò le normali attività (coro, protezione civile, solidarietà alpina), anzi aprì le porte a nuovi orizzonti che avrebbero portato gli alpini giussanesi in terra d’Africa, terra di spazi infiniti, di tramonti infuocati ma anche terra di grandi bisogni e di grande povertà.
Nel 1996 tredici alpini con attrezzature e materiali al seguito, partirono per la Tanzania con un bellissimo progetto: dare acqua pulita ad un villaggio di 1800 abitanti: Mwilamba. In un mese di lavoro si costruì il serbatoio in calcestruzzo, la rete idrica e le fontanelle e l’acqua arrivò con grande gioia di tutti gli abitanti.
Questa importante iniziativa non poteva non avere seguito. Così, dopo un anno di riposo e su richiesta di Baba Camillo, missionario trentino, ventidue alpini e quattro donne, nell’agosto del 1998, preceduti da tre container di materiali ed attrezzature, tornarono in Tanzania, per un progetto più grande, portare l’acqua a due villaggi: Igosi e Mafinga, costruendo due serbatoi in calcestruzzo, con dodici chilometri di tubazioni, la costruzione di due forni per il pane in due missioni diverse e la pavimentazione e sistemazione dell’ambulatorio, delle stanza di degenza e dei refettori della missione di Kipengere. Dopo un mese di duro lavoro tutto andò per il meglio ed ora oltre 4300 persone possono bere l’acqua pulita grazie agli alpini. Esperienze queste, che lasciano una traccia profonda, soprattutto sotto l’aspetto umano, per i rapporti di amicizia, di fratellanza e di condivisione che si instaurano.
Nel 2006 il gruppo di Giussano ha festeggiato il 75º anno di fondazione. E’ stata un’occasione importante per ricordare tutti i caduti, i fondatori ed i soci andati avanti, che in questi anni hanno dato il loro contributo ed il loro impegno per il gruppo e per l’Associazione. Per celebrare l’evento è stata organizzata una fiaccolata dal Monte Pasubio a Giussano, una mostra fotografica e una sfilata per le vie del paese conclusasi in baita con il discorso del capogruppo e delle autorità presenti. E’ stata una bella giornata e anche un’ottima occasione per rilanciare l’attività degli alpini giussanesi verso nuove mete e nuovi progetti.